11 mag 2007

Le streghe son tornate?

Nel Medioevo, anzi dall'inizio del Rinascimento, fino a tempi meno remoti, per essere più precisi, andava di moda bruciare le persone ritenute colpevoli di stregoneria.
Il reato era particolarmente infamante. Essere implicato in un caso di mercimonio col demonio, non lasciava raramente scampo all'accusato.
L'establishment dell'epoca a volte si trovava a dover assecondare simili moti di piazza, a volte infilava qualche monaco riottoso nella lista di quelli da bruciare.
Fatto sta che andava di moda, all'epoca, credere che degli esseri umani potessero chiudere dei patti con potenze diaboliche. Per questo peccato gravissimo, non v'era altra pena che il rogo, generalmente preceduto da una buona dose di torture.
L'accusa colpiva sia povere vecchie poco sane di mente, che personalità eccentriche. Ma colpiva anche persone normali, oggi diremmo perfettamente integrate, o appartenenti a minoranze perseguitate quali Ebrei per esempio (Pasque di Sangue?).
L'accusa di stregoneria era infamante, non si tornava indietro e non c'era verso di discolparsi. Difficilmente il diavolo sarebbe salito sul palco di un tribunale a testimoniare a favore di qualche imputato. Al condannato, per evitarsi sofferenze, conveniva confessare, magari trascinando qualcun'altro con se evitarsi le torture e andare al patibolo.
Le vittime alla fine confessavano tutte. Confessioni che oggi appaioni improbabili, costruzioni suggerite un po' dalla follia degli inquisitori, un po' dalla disperazione delle vittime che finivano per dire quello che si voleva che dicessero.
La loro artificiosità e la loro irrealtà appare lampante e stridente ai nostri occhi.
A posteriori, nel nostro secolo illuminato, non riusciamo ben a comprendere come facessero a consumarsi certi episodi. Si parla di superstizione, di follia collettiva, di fenomeni di suggestione di massa, per spiegare i meccanismi che stavano dietro simili manifestazioni. Ma qualunque spiegazione si trovi, rimaniamo sempre con un senso di incredulità e di incapacità di comprendere.

Nel XXI non bruciamo più le streghe. Siamo cresciuti in consapevolezza. Il male però è ancora tra noi, non ce ne siamo liberati. Non crediamo più nell'esistenza di un maligno tentatore con cui stringere dei patti scellerati. O meglio ci sono ancora gruppetti di originali che continuano a crederci, ma sono minoranza.
Il male adesso ha mille facce. Sono gli abusi, gli egoismi, l'ignoranza. Il male più intollerabile è quello di cui non troviamo spiegazione. Il male verso gli innocenti, verso chi non si può difendere.
All'alba di questo secolo, una delle facce del male, la più odiosa è la pedofilia, la violenza e l'abuso sessuale nei confronti dei bambini.
Questo rappresenta il fondoscala di gravità, la colpa massima che un singolo possa compiere.
Proprio per il fatto di compiersi su una giovane vita, è forse più esecrabile di un omicidio compiuto su un adulto. L'omicidio spezza una vita, i reati sui bambini possono invece spezzare una vita ancora non sbocciata o pregiudicarne per sempre la felicità e la pienezza.
Chi scrive, naturalmente non sa niente(linko questo bellissimo post di Leonardo) di quello che accade realmente, tutto quello che sa lo conosce perché lo vede attraverso una scatola luminosa che ha in soggiorno, oppure leggendo le notizie su un pezzo di carta o su un monitor LCD.
Chi scrive, cerca solo di comprendere e interpretare la realta dai pochi dati che ha a disposizione.
Il problema di molte accuse per reati di pedofilia, e' che non sempre, e qua non so dire se sia un bene o no, non sempre scrivevo ci sono dati oggettivi per capire è stato compiuto un abuso.
Data l'età delle vittime, non è nemmeno semplice ottenere delle testimonianze che possano valere in modo chiaro da riscontro in un tribunale.
A volte tutto deve passare attraverso un'ordalia di perizie e controperizie di medici, psicologi e assistenti sociali. A volte i genitori stessi possono prendono il posto dei professionisti, a fin di bene, per acclelerare i tempi e vincere le resistenze. Con risultati che possono lasciare, come dire, perplessi(Repubblica)...
Tutto questo per aggiungere che vi sono stati imputati in conclamati casi di pedofilia che sono risultati, alla luce dei fatti, essere del tutto innocenti.
Recentemente e' accaduto a Brescia.
Ora mi chiedo, ma non è che questa caccia al pedofilo, questo vedere il molestatore ovunque, scoprendo l'Orco sotto i panni della persona comune, sia un segno dei nostri tempi per così dire delle nostre paure.
Attenzione, con questo non voglio assolutamente dire che le accuse di molestie ai bambini non abbiano alcuna sostanza, oppure che siano reati non esistenti.
Il fenomeno, ahimè esiste ed è reale.
Quello che però mi interessa ai fini di questo post, è il sentimento di paura e l'immaginario che questo genera nella nostra testa.
L'esistenza non di Orchi singoli, bensì di clan di pedofili, di Orchi, tra loro organizzatissimi. Orchi che fanno partecipare questi bambini a riti abietti. Tutto questo mi fa pensare. Poi attenzione la realtà tende sempre a superare l'immaginazione, ma non in modo seriale.
Alla notizia della scoperta dell'Orco, regolarmente si raduna la folla, in modo più o meno letterale per il linciaggio. Fisico o morale. E come scrivevo sopra, l'accusa è infamante, di quelle che lasciano il segno. Molto difficile da mandar via.
E arrivato alla fine di questo gran ragionamento, mi chiedo:
Ma la caccia ai pedofili non potrebbe essere diventata la caccia alle streghe dei nostri tempi?

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