Ho appena finito di ascoltare il discorso di Fini trasmesso da RAI News 24. Questi si è tolto una serie di sassolini dalle scarpe, ha dato del massone all' onorevole B., ha parlato di laicità dello stato, protezione per gli immigrati, sperequazione e corretta gestione delle differenze territoriali. Poi ha denunciato l'idiozia delle ronde padane, la situazione della scuola, la situazione miserrima degli anziani e delle fasce svantaggiate.
Ho pensato che era tanto che non sentivo un politico fare un bel discorso così filato, se fossi stato presente avrei applaudito più volte. Non un accenno a identità nazionali, ordine, fu regime, "aiutiamoli a casa loro", antiamericanismo, o altre cose storicamente tipiche della nostra destra.
Tutto coerente, senza se e senza ma, poi mi sono accorto che era proprio Fini a parlare, che non stavo sognando, e allora con un brivido ho cambiato canale.
10 set 2009
Bentornato!
Le prime foto dopo le riparazioni, quelle prese con la nuova "camera" a larga apertura (WFC-3). La riparazione/aggiornamento dell' Hubble Space Telescope (HST) è stata una delle missioni più rischiose e complesse della storia dell'astronautica, ma a vedere il risultati, ne è valsa veramente la pena.
Il sito ufficiale dell'HST lo trovate qua con le ultime foto qua.
Il sito ufficiale dell'HST lo trovate qua con le ultime foto qua.
6 set 2009
Sull'influenza H1N1
Sono rimasto molto colpito da un articolo, segnalato via Slashdot, sull'influenza H1N1: "On Influenza A (H1N1)" di Andrew “bunnie” Huang.
In particolare ho trovato notevoli oltre alla forma e al contenuto anche l'approccio. Questo è per me assolutamente inedito. L'autore affronta problemi complessi di biologia utilizzando i paradigmi della scienza dell'informazione. E la cosa funziona! Ho l'impressione che questo articolo non sia un caso isolato, ma solo il primo di una serie, di una sottocultura nascente.
L'articolo parte da un'idea avuta dall'autore nell'osservare il genoma del virus H1N1. Questi mostra, come con le attuali conoscenze sia possibile modificare un virus, generalmente poco aggressivo, e renderlo molto più letale.
L'H1N1 è un virus RNA codificato in tutto da 8 geni. 8 spezzoni di RNA, identificati dalle seguenti sigle: PB2 PB1 PA HA NP NA MP NS (vedi qua). Il genoma dell'H1N1 è liberamente disponibile e consultabile qua, ad esempio.
In tutto si tratta di 13588 basi. Se codifichiamo ogni base con 2 bit, in fondo ce ne sono solo 4 di basi, allora tutto il genoma entra in 3397 bytes: 3,3 kB.
Niente male come efficienza di encoding, specialmente se la rapportiamo alla dimensione dei più comuni virus informatici che ingombrano quasi un ordine di grandezza in più di byte. MyDoom per avere un'idea e' circa 22 KB.
Dalla letteratura sappiamo che una mutazione del gene PB2, precisamente nella posizione della 1879a base, rende i virus dell'influenza A, a cui l'H1N1 appartiene, molto più aggressivi.
Con il genoma in mano, dell'H1N1 e un'azienda tipo la Mr. Gene, l'autore afferma di avere la possibilità di implementare questa mutazione nell' H1N1. Basta infatti sostituire in quella posizione una base di Guanina con una di Adenina per ottenere un H1N1 molto più pericoloso.
A questo punto il genoma (3,3 Kb) puo' essere inviato ad un'azienda come la Mr. Gene, per ottenere indietro i geni belli e pronti. Con qualche altro sforzo (articolo è del 99), diventa possibile realizzare il virus vero e proprio.
Et violà, l'arma biologica è servita.
Dopo la lettura rimane il senso di stupore e qualche domanda:
1) Quante scoperte sono possibili semplicemente analizzando, con occhio nuovo, dati che conoscono già?
2) Perché molte scoperte e miglioramenti sono immediatamente indirizzabili a rendere le cose un po' peggiori invece che migliori? E' cinquant'anni che cerchiamo inutilmente un sistema per sfruttare l'energia nucleare di fusione., mentre invece, in quattro e quattr'otto, prima ancora di spaventarci all'idea, è diventato possibile cuocere virus ad hoc, quasi nel garage di casa?
3) Chissà, quante scoperte ci sono ancora in quei dati. Chissà quante pericolose. Per esempio: Per motivi storici/sociali le etnie di provenienza asiatica hanno una resistenza inferiori nei confronti delle malattie polmonari, rispetto agli occidentali. Di converso questi sono più vulnerabili ai batteri/virus gastrointestinali. Quanto tempo manca prima che qualcuno inizi a sintetizzari armi biologiche che hanno come bersaglio particolari gruppi etnici?
4) I virus sono nanomacchine, le migliori e le più piccole. Con una comprensione ancora migliore dei meccanismi del motore cellulare, diventerà possibile implementare a piacimento una qualunque nanomacchina. La prossima rivoluzione tecnologica, sarà alla fine quella della nanotecnologia? Drexler sarà il primo futurologo ad essere ricordato per aver visto giusto?
In particolare ho trovato notevoli oltre alla forma e al contenuto anche l'approccio. Questo è per me assolutamente inedito. L'autore affronta problemi complessi di biologia utilizzando i paradigmi della scienza dell'informazione. E la cosa funziona! Ho l'impressione che questo articolo non sia un caso isolato, ma solo il primo di una serie, di una sottocultura nascente.
L'articolo parte da un'idea avuta dall'autore nell'osservare il genoma del virus H1N1. Questi mostra, come con le attuali conoscenze sia possibile modificare un virus, generalmente poco aggressivo, e renderlo molto più letale.
L'H1N1 è un virus RNA codificato in tutto da 8 geni. 8 spezzoni di RNA, identificati dalle seguenti sigle: PB2 PB1 PA HA NP NA MP NS (vedi qua). Il genoma dell'H1N1 è liberamente disponibile e consultabile qua, ad esempio.
In tutto si tratta di 13588 basi. Se codifichiamo ogni base con 2 bit, in fondo ce ne sono solo 4 di basi, allora tutto il genoma entra in 3397 bytes: 3,3 kB.
Niente male come efficienza di encoding, specialmente se la rapportiamo alla dimensione dei più comuni virus informatici che ingombrano quasi un ordine di grandezza in più di byte. MyDoom per avere un'idea e' circa 22 KB.
Dalla letteratura sappiamo che una mutazione del gene PB2, precisamente nella posizione della 1879a base, rende i virus dell'influenza A, a cui l'H1N1 appartiene, molto più aggressivi.
Con il genoma in mano, dell'H1N1 e un'azienda tipo la Mr. Gene, l'autore afferma di avere la possibilità di implementare questa mutazione nell' H1N1. Basta infatti sostituire in quella posizione una base di Guanina con una di Adenina per ottenere un H1N1 molto più pericoloso.
A questo punto il genoma (3,3 Kb) puo' essere inviato ad un'azienda come la Mr. Gene, per ottenere indietro i geni belli e pronti. Con qualche altro sforzo (articolo è del 99), diventa possibile realizzare il virus vero e proprio.
Et violà, l'arma biologica è servita.
Dopo la lettura rimane il senso di stupore e qualche domanda:
1) Quante scoperte sono possibili semplicemente analizzando, con occhio nuovo, dati che conoscono già?
2) Perché molte scoperte e miglioramenti sono immediatamente indirizzabili a rendere le cose un po' peggiori invece che migliori? E' cinquant'anni che cerchiamo inutilmente un sistema per sfruttare l'energia nucleare di fusione., mentre invece, in quattro e quattr'otto, prima ancora di spaventarci all'idea, è diventato possibile cuocere virus ad hoc, quasi nel garage di casa?
3) Chissà, quante scoperte ci sono ancora in quei dati. Chissà quante pericolose. Per esempio: Per motivi storici/sociali le etnie di provenienza asiatica hanno una resistenza inferiori nei confronti delle malattie polmonari, rispetto agli occidentali. Di converso questi sono più vulnerabili ai batteri/virus gastrointestinali. Quanto tempo manca prima che qualcuno inizi a sintetizzari armi biologiche che hanno come bersaglio particolari gruppi etnici?
4) I virus sono nanomacchine, le migliori e le più piccole. Con una comprensione ancora migliore dei meccanismi del motore cellulare, diventerà possibile implementare a piacimento una qualunque nanomacchina. La prossima rivoluzione tecnologica, sarà alla fine quella della nanotecnologia? Drexler sarà il primo futurologo ad essere ricordato per aver visto giusto?
Iscriviti a:
Post (Atom)