Al di la degli stereotipi sui cervelli in fuga, anche in Italia si riesce a lavorare bene e a fare ricerca di eccellenza.
Questa affermazione un pò scontata, giusto per introdurre il fatto che nell'approfondire la questione legata alla ricerca sui veicoli autonomi, ho scoperto che l'Italia possiede sicuramente dei team di eccellenza sull'argomento.
Uno di queste sperimentazioni: Argo sviluppato presso l'università di Parma, ha implementato una Lancia Thema modificata, in grado di percorrere centinaia di chilometri a medie orarie anche elevate, seguendo la strada e effettuando autonomamente i sorpassi. Tutto questo tra il 98 e il 2001.
Quello che fa spavento, confrontando Argo di allora con i veicoli della Darpa e' l'assoluta disparità di mezzi messa in campo.
Mentre il veicolo standard che gareggia al Darpa e' attrezzato con almeno 4 o 5 telecamere, scanner laser, GPS, sensori ad infrarossi e radar millimetrici, il tutto per raggiungere medie orarie relativamente limitate, la Thema di Argo, attrezzata solamente con due telecamere in bianco e nero, un CPU power di 10 anni fa, senza GPS, riusciva comunque a destreggiarsi sulle strade extraurbane senza grossi problemi .
Il team che ci aveva lavorato aveva fatto miracoli. Innanzitutto la navigazione era basata unicamente su dati raccolti dalle telecamere, i codice era stato ottimizzato per usare al meglio il set di istruzione MMX, da poco disponibile sui processori Intel.
I risultati sono stati di tutto rispetto, guardate questo video qua, per capire come
il team dell'epoca abbia fatto veramente un grande lavoro.
E nonostante questo e' la strada per avere un sistema di navigazione autonomo, è ancora lontana.
Il team di Argo ha utilizzato un algoritmo di mappatura inversa della prospettiva, per riconoscere le strisce della segnaletica orizzontale e ricostruire cosi' un mappa bidimensionale della strada percorsa.
Il programma faceva del suo meglio per tenere il veicolo al centro di quella che percepiva come carreggiata, evitando anche gli ostacoli. Tutto questo con la potenza di calcolo di 10 anni fa, e naturalmente con Linux.
E' chiaro come implementare un algoritmo di inseguimento della "striscia" (stradale), sia molto più semplice che conferire un alto grado di autonomia al veicolo. Autonomia che funzioni anche in vari contesti e su vari tipi di terreno. Inseguire le strisce va bene, ma se vi fate un giro sulla Tornino Milano non è difficile, purtroppo, incontrare cantieri e salti di carreggiata. Un sistema automatico di guida deve essere in grado di gestire queste situazioni e districarsi anche quando la segnaletica verticale contraddice quella orizzontale.
Chiaramente un problema complesso e intricato.
Ma da qualche parte è necessario iniziare, no?
Certo se la FIAT del nostro Montezemolo Nazionale fosse innovativa un quarto di quanto afferma e spendesse la metà della metà del costo dei rinnovi stilistici in tecnologia, Massimo Bertozzi, Alberto Broggi e Alessandra Fascioli potrebbero tranquillamente "guidare" in un laboratorio per la guida autonoma sponsorizzato dal nostro produttore nazionale.
A distanza di una decina di anni, mi fa piacere notare che quel serbatoio di competenze non sia stato svuotato. Curiosando ho trovato infatti il sito del laboratorio di visione Visilab dell'Università di Parma, dove ancora lavorano i membri dello staff che avevo partecipato ad Argo.
Bella la parte dei prodotti, con l'appliance per la visione stereoscopica, StereoBox, Linux powered. Interessantissima l'utilizzo per una automated vision augmentation per camion, sviluppata per Volvo, il camion non accelera se vi rileva oggetti nel punto cieco, dove l'autista normalmente non riesce a vedere.
Dulcis in fundo il Visilab, sta effettivamente, partecipando alla Urban Challenge con il Team Terramax, che si è già portato a casa un milioncino di dollari.
A proposito qualcuno dovrebbe scrivere una articolo su Argo in Wikipedia.
4 nov 2007
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