22 giu 2010

Allucinazioni consensuali.

Mi spiace per Gianfranco ma credo che abbia torto: La padania esiste. E' uno strano fenomeno, ma quando una gran quantità di persone inizia a credere in qualcosa, questo qualcosa più uscire dalle nebbie dell'inesistente per finire di approdare alle spiagge del reale.
Avviene così per le religioni, le ideologie, i santoni e anche per i brand pubblicitari. Sono li perché c'e' gente insiste a credere che esistano e che corrispondano effettivamente oggetti reali.
Ora mi spiace anche smentire il Senatur, ma credo che anche per lui richieda un belo sforzo di fantasia immagina che ci siano ben 10 milioni d'italiani(Umberto mica avrai contato per te tutti i voti presi insieme a Forza Italia , vero?) disposti a credere alle balle dei celti, del dio Eridano e tutto il parafernalia immaginativo sui cui la lega ha cercato, in questi anni, di crearsi un'identità.
Sia ben chiaro infatti, anche se la padania può ipoteticamente esistere e forse ancor di più in futuro, una cosa è certa, in passato non è mai esistita. Quelle genti la non si sono mai sentite parte di un'entità sovranazionale comune che abbracciava la pianura dal Piemonte al Veneto, non hanno mai parlato una lingua comune. Non è mai esistita qualche cosa di simile. Solo uno sforzo ideologico sovrano può partorire da una visione, se così semplicista e riduttiva quale la padania è.
La parte più divertente è quando questi signori qua riescono a farsi dare dei soldi per mantenere vive le tradizioni, tipo il dialetto. Quale dialetto? Quello Milanese (che assomiglia al Francese), il Lodigiano, il Bergamasco e via così in una miriade frammentata che non ha un'identità comune a livello regionale o macroregionale che si voglia.
Non so se la padania effettivamente esista, per certo non è mai esistita, forse potrà esistere in futuro se una classe dirigente povera di idee continuerà a propagandare una soluzione facile da raccontare, semplice (ma inevitabilmente errata, si veda Bloch legge di: ) a problemi molto complessi.