In libreria qualche giorno fa ho adocchiato un libro di una celebre giornalista italiana. Il libro, è un libro inchiesta sulla situazione delle donne in Italia. In questo l'autrice porta in evidenza i casi di successo nel nostro paese. Il fatto che "l'altra metà del cielo" stia piano piano diventando "la parte più importante di esso".
Le donne, com'era inevitabile, grazie alle loro capacità e al loro impegno si sono fatte strada nelle stanze dei bottoni dell'Italia. E' questa la tesi del libro: In questo periodo di stasi e immobilismo, rappresentano sicuramente la parte più vivace e attiva del paese.
In una riga: "Se da queste parti qualche cosa si muove è merito delle donne".
Fin qua niente di strano, ritengo personalmente le donne, in media più stabili, più intelligenti e più determinate degli uomini. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, come per esempio nelle graduatorie dei risultati degli esami scolastici.
Appartengo ormai ad una generazione che non ha mai visto niente di bizzarro o anomalo in questo fenomeno.
Dunque ero in libreria e stavo guardando il risvolto di questo libro, mentre mentalmente cercavo di visualizzare il volto della famosa giornalista.
Ora caso vuole, che proprio questa abbia iniziato recentemente a condurre una trasmissione in prima serata su un'emittente nazionale e che questo mi abbia permesso di rivederla in volto, dopo un lungo periodo in cui è stata assente dalla vista delle telecamere.
A quel punto mi sono ricordato come la prima impressione che ho avuto, dopo averla appena rivista, è stata:"Chi è questa? il volto è familiare, sono sicuro di averla già vista prima ma non riesco a riconoscerla. Perché?".
Sono stato a guardare il promo della trasmissione per un po' prima di prima di comprenderne la causa e riconoscere la persona. Il volto che avevo sullo schermo, mi riusciva solo parzialmente familiare perché reduce da una serie di interventi di chirurgia plastica.
Labbra a canotto, punturine di botox e forse anche un rinforzo degli zigomi, avevano modificato la fisionomia e l'espressività di un volto che conoscevo fino a rendermelo estraneo.
Un viso che la presenza in prima serata mi aveva reso praticamente familiare.
Intendiamoci, il risultato di questo intervento non era niente di postumano o paragonabile alle cose agghiaccianti che purtroppo si vedono. Mi viene in mente, per esempio, un esperimento mal riuscito fatto dalla sorella di un noto stilista. Ma, in questo caso, la differenza somatica tra il "prima" e il "dopo" era comunque notevole.
L'intervento ha trasformato, quel volto familiare da cinquantenne che ha vissuto e combattuto, in un volto ingraziosito e lisciato, più aderente ad un canone di "bellezza" comune e stereotipato, degno di essere mutuato direttamente da un serial TV.
Quali sono gli elementi sociale, personali che obbligano una donna affermata, con un successo incredibile, bella e intelligente ad andare sotto i ferri per farsi "sistemare" così
Quali sono i meccanismi perversi che non permettono ad una donna, che ha pieno successo nella vita, di accettarsi e di farsi accettare per com'è e per com'è diventata?
Quel libro stavo quasi per comprarlo. Ma poi l'ho lasciato giù. Ho percepito la verità che conteneva ed ero incuriosito dalle storie che narrava. Ma, allo stesso tempo, ho anche sentito che al di la dei trionfalismi c'è ancora molto da raccontare sulle donne.
E quello è un libro ancora da scrivere.
P.S.
A posteriori temo che questo POST grondi comunque di moralismo. Ottica che lo scrivente intendeva assolutamente evitare.
Però,alla fine, mettersi sul pulpito e fare la predica "agli altri" o "alle altre",, è proprio becero moralismo.
Non ho purtroppo ideato un modo più elegante per raccontarvi il pensiero che ho avuto guardando la copertina di quel libro.
Ci ho messo due settimane a partorire 'sto post. Scusate ma meglio di così non mi è venuto.
1 nov 2008
29 ott 2008
Cosa NON è la democrazia.
In questi giorni è tornato in auge il dibattito sulla legge elettorale, seppur in chiave Europea. Il pendolarismo obbligandomi "all'arricchimento" cognitivo forzoso dovuto all'ascolto della Radio, mi permette di cogliere alcuni spunti. Ho infatti modo di ascoltare gli interventi degli ascoltatori, della persone comuni, che chiamando in trasmissione, hanno la possibilità di esprimere il proprio pensiero.
Un intervento sentito giusto stasera, mi ha illuminato.
La discussione verteva sulla legge elettorale per le prossime elezioni Europee. Tra il punto di vista del Cavaliere nazionale e quello degli oppositori. Preferenze si, preferenze no, sbarramento si, oppure no, al 3% al 4% al 5%.
Insomma, dato l'assunto che il sistema elettorale perfetto non esista, tutta questa discussione era molto tecnica e speculativa allo stesso tempo.
Ad un certo punto telefona questo ascoltatore e apre così:
"Insomma basta con questa storia della legge elettorale e con le preferenze, noi cittadini non siamo in grado di valutare cosa fanno i nostri eletti in parlamento.
Non siamo proprio in grado di valutare queste cose. E' roba troppo tecnica.
Secondo me dovremmo una volta eletto quello che ci da fiducia, dovremmo far scegliere a lui chi mandare in Europa.
Tanto vale mandare quello che ci piace di più e chiuderla li"
Naturalmente il conduttore della trasmissione ha fatto un vano tentativo di spiegare all'ascoltatore come il suo ragionamento fosse ad un passo da delegittimare qualsiasi democrazia rappresentativa.
Ma, stasera non mi interessa approfondire il punto di vista delirante di chi ha telefonato. Cerco invece di immaginare che cosa persone simili abbiano in testa.
Quali tipo di pensieri devono coltivare per partorire con naturalezza concetti da "Democrazia incompiuta".
Che cos'è, che valore ha la rappresentanza per una persona che afferma la sua incapacità di comprendere e alla fine di valutare l'operato dei propri rappresentanti?
Con quale motivazione una persona simile va in una cabina di voto e vota? Cosa lo spinge e lo motiva ad uscire di casa a fare questa fatica?
Qual è il valore del voto?
Poi un'illuminazione.
La scelta.
Per questa persona qua, il valore del voto è legato unicamente alla possibilità di scegliere.
Il ragionamento è più o meno questo:
"Non so cosa faranno i miei rappresentanti, non riesco a capire e a valutarli. Allora l'unica libertà che ho è scegliere. E' comunque l'unica opzione che posso esercitare.
Scegliere questo invece di quello. Questo mi piace, quello no. Eleggo questo"
Questa è l'incarnazione e l'espressione della democrazia per questi elettori.
Un dovere che si fa in una cabina elettorale, nel momento in cui si è chiamati a farlo. Inizia e finisce li. Il problema è che se si abdica la possibilità di scegliere e di comprendere, con quali elementi possiamo preferire un candidato ad un altro?
provo a mettere giù un altro concetto.
La Democrazia è un prodotto.
Ma si, è così che questi se la devono immaginare. Nel momento in cui si abdica la volontà di approfondimento e di comprensione non rimane altro. C'è solo l'opzione di scegliere. Prendere o lasciare qualche cosa.
E' come se ci fosse un grande supermercato dove puoi entrare gratuitamente. Ogni cittadino ha diritto di entrare. Quando ci sono le elezioni, può e deve entrare e scegliere il prodotto, candidato, che gli piace di più. Scegliere un candidato è come scegliere un sapone o un cappotto. Una scelta guidata dalla preferenza come quella che si compie per scegliere il colore del cappotto o la schiuma da barba.
E' un diritto scegliere il candidato.
Poi, il candidato eletto andrà al governo e incarnerà in qualche modo la fiducia dell'elettore.
L'elettore non deve valutare con il microscopio quello che fanno i rappresentanti ed entrare nel merito. Il suo scopo fidarsi e verificare la tenuta della fiducia alle prossime elezione.
Deve fidarsi del candidato e votare con "la pancia".
Probabilmente questo genere di elettori esiste in tutte le democrazie civili. Sono la fascia d'elettorato che si conquista a colpi di slogan e probabilmente rimangono anche più fedeli. Più tetragoni e stolidi nei loro convincimenti. Probabilmente ogni schieramento politico ha i suoi.
Certo se questi iniziano a diventare una percentuale rilevante del corpo elettorale, allora la musica cambia.
E può cambiare in modo inquietante.
Spero per il bene del nostro paese che il gentile ascoltatore di ieri sera sia un caso isolato. E che da queste parti ci si pregi, indifferentemente a quale schieramento si appartenga, di continuare ad usare la testa.
Un intervento sentito giusto stasera, mi ha illuminato.
La discussione verteva sulla legge elettorale per le prossime elezioni Europee. Tra il punto di vista del Cavaliere nazionale e quello degli oppositori. Preferenze si, preferenze no, sbarramento si, oppure no, al 3% al 4% al 5%.
Insomma, dato l'assunto che il sistema elettorale perfetto non esista, tutta questa discussione era molto tecnica e speculativa allo stesso tempo.
Ad un certo punto telefona questo ascoltatore e apre così:
"Insomma basta con questa storia della legge elettorale e con le preferenze, noi cittadini non siamo in grado di valutare cosa fanno i nostri eletti in parlamento.
Non siamo proprio in grado di valutare queste cose. E' roba troppo tecnica.
Secondo me dovremmo una volta eletto quello che ci da fiducia, dovremmo far scegliere a lui chi mandare in Europa.
Tanto vale mandare quello che ci piace di più e chiuderla li"
Naturalmente il conduttore della trasmissione ha fatto un vano tentativo di spiegare all'ascoltatore come il suo ragionamento fosse ad un passo da delegittimare qualsiasi democrazia rappresentativa.
Ma, stasera non mi interessa approfondire il punto di vista delirante di chi ha telefonato. Cerco invece di immaginare che cosa persone simili abbiano in testa.
Quali tipo di pensieri devono coltivare per partorire con naturalezza concetti da "Democrazia incompiuta".
Che cos'è, che valore ha la rappresentanza per una persona che afferma la sua incapacità di comprendere e alla fine di valutare l'operato dei propri rappresentanti?
Con quale motivazione una persona simile va in una cabina di voto e vota? Cosa lo spinge e lo motiva ad uscire di casa a fare questa fatica?
Qual è il valore del voto?
Poi un'illuminazione.
La scelta.
Per questa persona qua, il valore del voto è legato unicamente alla possibilità di scegliere.
Il ragionamento è più o meno questo:
"Non so cosa faranno i miei rappresentanti, non riesco a capire e a valutarli. Allora l'unica libertà che ho è scegliere. E' comunque l'unica opzione che posso esercitare.
Scegliere questo invece di quello. Questo mi piace, quello no. Eleggo questo"
Questa è l'incarnazione e l'espressione della democrazia per questi elettori.
Un dovere che si fa in una cabina elettorale, nel momento in cui si è chiamati a farlo. Inizia e finisce li. Il problema è che se si abdica la possibilità di scegliere e di comprendere, con quali elementi possiamo preferire un candidato ad un altro?
provo a mettere giù un altro concetto.
La Democrazia è un prodotto.
Ma si, è così che questi se la devono immaginare. Nel momento in cui si abdica la volontà di approfondimento e di comprensione non rimane altro. C'è solo l'opzione di scegliere. Prendere o lasciare qualche cosa.
E' come se ci fosse un grande supermercato dove puoi entrare gratuitamente. Ogni cittadino ha diritto di entrare. Quando ci sono le elezioni, può e deve entrare e scegliere il prodotto, candidato, che gli piace di più. Scegliere un candidato è come scegliere un sapone o un cappotto. Una scelta guidata dalla preferenza come quella che si compie per scegliere il colore del cappotto o la schiuma da barba.
E' un diritto scegliere il candidato.
Poi, il candidato eletto andrà al governo e incarnerà in qualche modo la fiducia dell'elettore.
L'elettore non deve valutare con il microscopio quello che fanno i rappresentanti ed entrare nel merito. Il suo scopo fidarsi e verificare la tenuta della fiducia alle prossime elezione.
Deve fidarsi del candidato e votare con "la pancia".
Probabilmente questo genere di elettori esiste in tutte le democrazie civili. Sono la fascia d'elettorato che si conquista a colpi di slogan e probabilmente rimangono anche più fedeli. Più tetragoni e stolidi nei loro convincimenti. Probabilmente ogni schieramento politico ha i suoi.
Certo se questi iniziano a diventare una percentuale rilevante del corpo elettorale, allora la musica cambia.
E può cambiare in modo inquietante.
Spero per il bene del nostro paese che il gentile ascoltatore di ieri sera sia un caso isolato. E che da queste parti ci si pregi, indifferentemente a quale schieramento si appartenga, di continuare ad usare la testa.
Stasera su RAI2 (5.. boh)
Toh! stasera su Voyager raccontano della diatriba tra Tesla e Edison. Avevo sintetizzato la cosa un po' di tempo fa qua e continuo a trovare questa storia interessante.
Questi due litigano ed è l'elefante a rimetterci la proboscide.
Al di la di questo, ho fatto un fioretto, per cui vi risparmio naturalmente i commenti su Tesla che riceve le proprie intuizioni dagli extraterrestri, il raggio della morte e il controllo climatico e un pò di altro ciarpame.
Rimane una domanda posta dalla trasmissione e alla quale mi sento in grado di rispondere: "Quali erano i segreti che Tesla conosceva per spiegare i propri esperimenti?".
Risponderei: "La fisica delle superiori". Bastava stare attenti in classe.
Chiaramente gli ideatori di Voyager, quel giorno, avevano "marinato".
Questi due litigano ed è l'elefante a rimetterci la proboscide.
Al di la di questo, ho fatto un fioretto, per cui vi risparmio naturalmente i commenti su Tesla che riceve le proprie intuizioni dagli extraterrestri, il raggio della morte e il controllo climatico e un pò di altro ciarpame.
Rimane una domanda posta dalla trasmissione e alla quale mi sento in grado di rispondere: "Quali erano i segreti che Tesla conosceva per spiegare i propri esperimenti?".
Risponderei: "La fisica delle superiori". Bastava stare attenti in classe.
Chiaramente gli ideatori di Voyager, quel giorno, avevano "marinato".
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