30 giu 2009

Giustizia in slow motion (e a ripetizione)

Ieri Bernard Madoff è stato condannato a 150 anni di carcere per la gigantesca truffa portata avanti in questi anni attraverso il suo fondo.
Non voglio entrare nel merito del fallimento clamoroso dei controlli da parte della SEC, neanche del fatto che la truffa fosse stata già precedentemente denunciata come tale da un altro finanziere.
Da un certo punto di vista queste sono somiglianze con il caso Parmalat.
C'è pero' un aspetto che denuncia a gran voce uno dei problemi principali di questo paese, uno dei problemi che nessuno, ne da dentro la magistratura ne fuori, sembra essere realmente a risolvere.
Mi spiego meglio:
Caso Madoff:
Dicembre 2008, emergono le prime avvisaglie di problemi.
11 Dicembre 2008. Madoff viene arrestato.
11 Marzo 2009. Madoff si dichiara colpevole.
29 Giugno 2009. Il processo si conclude con una pena esemplare di 150 anni. Madoff potrà fare ricorso solo se emergeranno elementi che possano provare il mancato rispetto dei suoi diritti costituzionali, altrimenti la storia si chiude qui.

Caso Parmalat
15 Dicembre 2003 Il CDA Parmalat si dimette.
22 Dicembre 2003 Tanzi viene iscritto al registro degli indagati.
1 Marzo 2004 Parte il primo processo di Milano
29 Marzo 2004 Tanzi è riinviato a giudizio.
18 Dicembre 2008 Viene emessa la sentenza. Molti i prosciolti, Tanzi ottiene una pena definita lieve: 10 anni. Dato che si tratta del primo grado di giudizio, Tanzi potrà ricorrere ancora due volte prima di approdare ad una sentenza definitiva. Tanzi ha già 71 anni, e data l'età è incompatibile con la detenzione in un istituto di pena. Ovverosia non si farà neanche un giorno di carcere (tranne quelli che si è fatto quando era sotto custodia cautelare).

Per carità, non credo di essere un giustizialista, uno di quelli che prova un particolare piacere a sentire il tintinnio delle manette, ma sono l'unico a vedere un problema?