24 giu 2009

Memorie di Clemente.

Piccola confessione, mia moglie credeva la prendessi in giro e non riusciva a capacitarsi che lo stessi facendo sul serio.
Alla fine sono uscito dalla libreria con un'espressione soddisfatta e sottobraccio l'ultima fatica editoriale di Clemente Mastella:"Non sarò Clemente, memorie dell'ultimo democristiano".
Perché lo ho fatto?
Perché ho comprato l'opera di un politico così lontano dalle mie corde e dalla mia esperienza personale?
Non lo so, ho cercato di darmi delle risposte sul perché mi sentissi così attratto.
La migliore che ho trovato e che si è attratti da ciò che non si conosce e non si comprende.
Ho l'impressione che sulla figura di Mastella ci sia sempre stato dell'understatement. Voglio dire una persona che riesce a passare a seconda dei casi da una schieramento all'altro, un paio di volte in una decina d'anni, e che contemporaneamente riesce ad evitare di fare la fine di Capezzone. Intendo dire a finire a fare i lavoro sporco, il peone, costretto a recitare in prima serata, a sacrificare la faccia, recitando la pravda del berlusconismo. Invece no, il candidato storico di Ceppaloni, si muove tra uno schieramento all'altro e quando si candida per le Europee prende 111 mila preferenze e passa!
Ebbene quest'uomo non è la mezza calzetta che ci hanno raccontato, quest'uomo e' un genio!

Ho ritenuto quindi la cosa meritoria di approfondimento. Oltre a questo, il nome di Mastella evoca generalmente una rabbia e un risentimento superiore a quello scatenato da un Casini o un Maroni, oppure un Formigoni. Perchè tanto odio nei confronti dell'ex Democristiano di Ceppaloni? Perchè una maggiore acquiescenza nei confronti degli altri?
Deve esserci qualche cosa che mi sfugge.

Per ora sono appena agli inizi. La lettura è godibile e fluida, merito probabilmente anche di un'ottima revisione. La tesi del libro, che è nelle intenzioni agiografico è di mostrare come il nostro non sia peggiore di altri politici. Nel far questo racconta i peccatucci propri e le malefatte altrui.
Mastella non si nasconde dietro un dito, parla con la massima trasparenza e mostra il suo punto di vista. E' vero, ammette, lui fa favori. Anzi non riesce a rifiutarsi. Il clientelismo non è quel fenomeno degenere che tutti immaginiamo. Anzi il clientelismo tiene l'uomo politico in contatto con la gente. Gli dona un ruolo di mediazione. Permette alla gente di interagire con le strutture statali usando il politico come intermediatore.
Quando il clientelismo viene interrotto, il primo a subire degli svantaggi è l'elettore stesso che messo direttamente a contatto con le strutture delle banche, della sanità e della pubblica amministrazione, è obbligato a lottare contro i loro difetti congeniti.
Questa è una delle basi del Mastella-pensiero. Ripensateci, la prossima volta che impazzirete ad un help desk comunale: "Avessi un referente".
Oltre a questo Clemente puntualizza, favori sempre, tangenti e bustarelle mai! Una bella differenza rispetto a chi intascava per il partito. E' evidente che qua non c'è del vuoto opportunismo, ma bensì una visione del mondo nettamente differente e originale
Clemente non fa mistero e racconta con dovizia di particolari anche i meccanismi della lottizzazione, in RAI per esempio.
In RAI vige (vigeva) la regola del sette, ogni sette posti questa era l'assegnazione:
  • 3 democristiani.
  • 2 socialisti.
  • 1 comunista.
  • 1 meritevole.
Veramente impagabile.
Sicuramente emerge un altro tratto preponderante del nostro. La simpatia. Mastella di persona deve essere, come ho sentito dire, un piacione irresistibilmente simpatico.
La cosa traspare nei fatterelli qua e la nella narrazione. La nascita per esempio dei Mastellini, tanto vituperati da Grillo. I famosi torroncini che ormai sono diventati quasi un dono proverbiale. Il primo a riceverli fu Moro.
Esemplare del carattere e della spregiudicatezza di Clemente, è l'episodio in cui colse in flagrante Beppe Pisanu a truccare una votazione interna alla DC. Pisanu stava inserendo delle schede votate sfruttando i candidati assenti.
A quel punto invece di denunciare il broglio Mastella affrontò da Pisanu e gli propose un arrangiamento: "Una a me e tre a te". Un colpo da maestro.
Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione!

Capito il concetto?
Il libro poi riesce a dare uno spaccato estremamente interessante delle dinamiche della politica dalla prima alla seconda repubblica. E' pieno di fatterelli, vissuti in prima persona e non. Come non citare la scena di una seduta della parlamento presieduta da Andreotti Si discuteva della fammosa "legge truffa", e in aula volavano penne e fascicoli. In quell'occasione Andreotti continuo' a presiedere impertubabile la seduta, con in testa un cestino della carta straccia, a mo' di elmo da guerriero samurai. Imperdibile!
Incredibilmente anche Mastella è concorde nel definire Cossiga come l'uomo più intelligente dei potenti democristiani.
Insomma il libro sembra valere ben più dei 18 eu del prezzo di copertina. Lato mio, prometto di tenervi aggiornati su tutte le perle che troverò.