5 mag 2008

Stasera su RAI 2 (2)

Stasera il nostro Giacobbo è a corto d'idee. Dopo l'inizio di puntata sulla realtà fisica dei Giganti, il "pathos" si e' purtroppo tremendamente sgonfiato sulla sindrome degli antenati.
Non so voi ma la famiglia sfigata, in cui ogni componente, per sette generazioni ha un piccolo incidente il primo giorni di scuola, mi annoia un po'. Avranno rotto uno specchio? Machissene, anzi come direbbero a Roma 'sti ca', ma si vede che in redazione erano a corto di idee.
Hanno tirato in ballo Freud, Jung, Einstein e Heisenberg (la fisica quantistica torna sempre utile) e l'Andrea Doria (ve lo giuro sul canguro!)

Il tutto finisce in una bella domanda:
"Come puo' la nostra anima viaggiare nel tempo e nello spazio?"
Non lo so, ma il mio corpo fa tutte le mattine fa 60 Km di spazio in un ora di tempo per ricongiungersi con la mia anima che lo aspetta in ufficio.
Ciao Giacobbo. L'unica cosa incredibile e' che l'etere costi cosi' poco che te ne affidino una fettina anche solo per un'oretta.

Poi la puntata e' proseguita con i vampiri e Dracula. Per chi non l'avesse capito in alto a sinistra sul cinescopio adesso campeggia la scritta "assetati di sangue".
Ah! Rivoglio Herzog e Nosferatu in prima serata!

4 mag 2008

Grazie a Repubblica: Modì e le teste del centenario, una storia livornese....

Grazie agli archivi di Repubblica, aperti sullo Web da poco, è possibile fare ricerche cercare tra gli articoli pubblicati da Repubblica dal 1984 ad oggi.
Il 1984 fu un anno interessante per noi livornesi. Quell'anno la nostra sonnacchiosa città, dimenticata un pò da tutti, balzò alla cronaca per la storia delle teste di Modigliani (Modì).
Da quel momento in poi i livornesi si guadagnarono la fama di popolo burlesco e irriverente. Fu, per quello che mi ricordo, la prima caratterizzazione a livello nazionale della mia città natale.
Grazie a Repubblica, posso integrare i miei ricordi e ricostruire tutta la storia.
Ma andiamo con ordine...

11 Luglio '84
A Livorno, all'inizio di Luglio, la stagione balneare e' pienamente iniziata. Le scuole sono chiuse e la gente ha ormai preso il ritmo estivo. Anche chi lavora non disdegna di andare al mare in pausa pranzo. Si fa tardi la sera e chi puo', si alza tardi anche la mattina.
In città quest'anno, per il centenario della nascita, è stata organizzata una mostra antologica su Amedeo Modigliani riguardante la sua attività di scultore.
Alla mostra sono però anche esposti dei quadri e proprio su uno di questi troviamo il primo articolo di Repubblica. Sembra che infatti uno dei quadri esposti non abbia un'attribuzione precisa, qualcuno parla di "falso". Qua compare il nome della sfortunata direttrice: Vera Durbè, che in questa storia avrà una parte molto difficile.
17 Luglio '84
Un altro pezzettino scritto da Mario (del) Tredici, storico cronista del Tirreno, descrive il tentativo di recuperare dai fossi le statue che Modigliani vi avrebbe buttato in un momento di stizza. La cosa ha un po' il sapore della leggenda, ma in quel periodo, visto l'interesse che Modigliani suscita, si tenta il tutto per tutto e fatta venire una draga si inizia a cercare.
25 Luglio '84
La perseveranza è premiata, dall'acqua spuntano due teste. Si grida al miracolo. Chi le ha cercate e desiderate a lungo non crede a quello che sta avvenendo. DUe Modigliani autentici, due uniche opere perdute di un periodo giovanile. Due opere che potranno rimanere a Livorno. La possiblità anche di creare un museo permanente e fama ed onori imperituri per chi non si è dato per sconfitto ma ha cercato fino all'ultimo questi oggetti. Capirete bene l'importanza del ritrovamento. Nonostante questo il giornalista mette in guardia che potrebbe trattarsi di falsi.

26 Luglio '84
Altro articolo sulle reazioni al Museo Progressivo di Arte Moderna. Il ritrovamento, per la direttrice Verà Durbè, è il coronamento di anni di speranze e di ostinazione. Per organizzare quel dragaggio è stato necessario smuovere mari e monti e solo con il supporto del fratello Dario, Direttore dalla Galleria Nazionale d'arte Moderna. Da Parigi la figlia di Modigliani, Jeanne, raccomanda il massimo rigore nell'atttribuzione.
28 Luglio '84
Lettere. La mostra viene criticata per la scarsa sostanza a livello di opere.
Poi Pisa e Livorno iniziano ad accapigliarsi per chi debba mantenere le opere, che i più ritengono realmente di Modigliani. Livorno è il luogo del ritrovamente oltre ad essere la città natale dell'artista, ma a Pisa c'è la soprintendenza alle Belle Arti. La zuffa dura per un pò, ma alla fine le teste , rimangono a Livorno con buona pace campanilistica.
29 Luglio '84
Muore a Parigi Jeanne Modigliani, la figlia dell'artista.
04 Agosto '84
Viene pubblicata postuma una lettera di critica della figlia di Modigliani. Oltre ad una critica sulla leggerezza della catalogazione, questa si lamenta per essere stata esclusa dall'organizzazione della mostra.
10 Agosto '84
Dai fossi emerge una terza testa.
2 Settembre '84
Esce in fretta il volume "Due pietre ritrovate" dove si magnificano le opere ritrovate. Arrivano anche due telefonate anonime, una alla Nazione e l'altra al Tirreno. Le telefonate guidano ad un cestono della carta straccia in cui sono trovati i negativi di una testa molto simile a quelle rinvenute. I negativi sono accompagnati da una scritta: "Testa ripescata nel 54"
4 Settembre '84
Escono allo scoperto i veri autori delle "teste" . Inizialmente nessuno li prende sul serio.Francesco Ferrucci, Pietro Luridiana e Michele Ghelarducci vanno da Panorama e vuotano il sacco.
Speravano che qualcuno smascherasse il falso, ma si erano resi conto che le cose non stavano esattamente prendendo quella direzione.
Tutti volevano trovare quelle teste e una volta che queste sono saltate fuori, nessuno era in grado di fare un passo indietro.
Nel momento in cui si rendono conto di questo meccanismo perverso, decidono di uscire allo scoperto per cercare di fermare tutto.
Ma c'e' un mistero nel mistero. I ragazzi rivendicano la produzione di una testa, e le altre due, chi le avrà fatte? Oltre a questo c'e' qualcun altro che rimanendo sconosciuto, afferma con lettere anonime di essere in possesso della "testa" recuperata nel '54, quella dei negativi.
6 Settembre '84
Intervista a Dario Durbè, questi preferisce credere ad un ipotesi di complotto a danno suo e di sua sorella e continua ad asserire che le statue sono autentiche.
Però poi ad un certo punto, salta fuori anche un quarto autore.
7 Settembre '84
Il fronte si spacca, i galleristi dubitano delle statue mentre i critici continuano "granitici" a ritenere l'attribuzione autentica.
8 Settembre '84
Un vero 8 Settembre, la polizia interviene e mette i sigilli alla testa "ritrovata" esposta alla mostra. Il Modì 2. Si tratta di una soluzione politica: si e' cercato a tutti i costi di evitare un sequestro.
11 Settembre '84

Anche l'11 Settembre non va meglio, ormai tutti riconoscono l'entità della cantonata e la disfatta e' totale , qua si mette alla berlina il critico della soprintendenza, che ha scambiato un Black and Decker per un ugnetto, manipolato con la massima precisione .
Nella migliore delle tradizioni Italiche non si crede allo scherzo, ma si preferisce costruire fantasiose ipotesi a base di complotti.
12 Settembre '84
Alla Vera Durbè deve sembrar di essere finita in un incubo, nonostante tutto non molla. E' l'ultima, contra omnes, che continua ad asserire l'autenticità dei pezzi trovati.
14 Settembre '84
Alla fine salta fuori anche l'autore delle altre due teste: Modì 1 e Modì 2. Si tratta di Angelo Froglia. Froglia ha qualche anno in più rispetto agli altri ragazzi, è ormai sulla 30, con un passato un pò agitato alle spalle. Si è fatto 3 anni di carcere per un attentato. Adesso fa l'artista e la creazione delle due teste rappresenta per lui un'azione artistica concettuale. Froglia morirà a Roma nel '97.
Ottobre '84
Purtroppo lo "scherzo" inizia a fare delle vittime. Dapprima viene destituito Dario Durbè, poi tocca anche la sorella Vera. Alla fine in Febbraio anche la Procura di Livorno si mette ad indagare e spedisce avvisi di garanzia ad un pò di persone.
Alla fine Dario verrà riabilitato vincendo la causa con il ministero e tornando al suo posto.
Si deve però aspettare il '91 perchè anche l'inchiesta della Procura si chiuda con un bel: "non luogo a procedere".

18 Settembre '91
A Settembre di quell'anno, tal Salvatore di Livorno tramite Giuseppe Saracino, noto stilista Livornese, afferma di essere in possesso di tre statue originali scolpite da Modigliani.
Dice di esserne in possesso sin dal 43, quando le ha recuperate dallo scantinato dello Zio che le aveva avute in dono da Modigliani stesso prima di partire per Parigi.
Salvatore voleva uscire allo scoperto nell'84 ma tutto il can can nato sulle statue "false" gli aveva suggerito di mantenere un basso profilo.
Saracino ha il senso delle spettacolo, afferma di volere qualche milione di vecchie lire e una trasmissione in prima serata su RAI o Finnivest per potersi confrontare lui e Salvatore contro i "Critici".
Ma la discrezione di Salvatore dura poco. Il giorno successivo il 19 accetta di essere intervistato aggiungendo un pò di particolari sul ritrovamento delle teste. Si scopre che Salvatore si chiama Pietro ed è il cugino di Saracino.
Settembre '92
Carboni continua a perorare l'autenticità delle proprie teste. E' chiaro che qua i critici dopo essersi scottati ci vanno con i piedi veramente di piombo prima di esporsi al rischio di una falsa attribuzione. Nessuno parla o si espone e Carboni periodicamente si fa sentire.


'96
Alla sembra che il sodalizio tra Carboni e Saracino si spezzi. Carboni accusa Saracino di avergli fatto sparire una testa e fa anche denuncia alla Polizia.

Settembre 2003
A Fauglia, muore Vera Durbè. All'epoca avevo letto la notizia, e mii aveva colpito quanto tempo fosse passato da allora. Mi venne da pensare che valesse la pena di mettere insieme i fatti e le idee su tutta questa storia.


Alla fine ci sono voluti quattro anni e gli archivi di Repubblica,ma ditemi almeno se questa storiella, di una calda estate livornese di tanti anni fa, vi sia un po' piaciuta.