1 gen 2007

Agli Dei della spazzatura.

Eccomi qua a smaltire l'immondizia di fine anno. L'umido da una parte, la plastica e le lattine dall'altra, poi la carta e infine il nero.
Devo confessare di provare un senso di colpa oscuro nei confronti della mia spazzatura. Qua nel condominio siamo tanti e vedo le tonnellate di immondizia che impilate nei loro contenitori, giorno dopo giorno aspettano di essere portate via. Immagino che alla fine dell'anno avremo, nel nostro piccolo, prodotto una montagna di rifiuti piu' grande del nostro condominio a sei piani.
Dove va a finire? chi se ne occupa? di chi diventera' il problema?
Il pensiero, mi angoscia un po'. So, razionalmente, ho la certezza ragionevole per dire, che sia impossibile smaltire e riciclare quello che separo. Nonostante tutto, ce la metto tutta per separe carta/vetro latta, separare nei contenitori la plastica dalla carta, la plastica buona da quella che non lo e'. Riprendo a volte mia moglie che da donna pratica, non separa con il mio stesso Zelo. Forse il senso di colpa che provo è colpa del'educazione cattolica. Alla fine si finisce sempre li. Per cui riciclo e separo più di prima. Oggi ho avuto un'illuminazione, no, il senso di colpa non c'entra. Questo in realtà è il mio piccolo rito privato per ingraziarmi il mio Dio della spazzatura. Ingraziandomelo, spero di differire il piu' possibile, il momento con cui dovrò confrontarmi con le montagne di spazzatura accumulate nella mia esistenza. Per cui, mi lavo la coscienza e separo.