Augmented (hyper)Reality: Domestic Robocop from Keiichi Matsuda on Vimeo.
Il video è girato all'insegna dell'ironia, ma riesce comunque a dare un assaggio realistico degli effetti di un'applicazione pervasiva di augmented reality.
E da questo possono nascere varie riflessioni. Dal punto di vista marketing, per esempio, mettere le mani sugli spazi di un'applicazione AR può rappresentare il sogno di un pubblicitario.
Oppure sul livello di consapevolezza che è possibile raggiungere una volta sottoposti ad un bombardamento d'informazioni simile. Difficilmente si tratterà di illuminante da quel punto di vista.
Se qualcuno è interessato a capire la possibilità attuale dell'AR dia un'occhiata all'applicazione consumer AvatariTag della Mattel e collegata al film di Cameron Avatar per vedere le "figurine del 21esimo secolo". Il bambino che è in me sta provando un po' di invidia per questa generazione. Temo però che il set di figurine non sia stato commercializzato in Italia e adesso sto facendo una pensata se acquistare il tutto su Amazon.
2 commenti:
Che bel post hai scritto. E grazie anche del mention al mio blog.
Forse sarò un sognatore che vive nel futuro: ma non avevo colto ironia nel video della cucina, anzi se potessi io mi prenderei una cucina simile.
Tra l'altro stavo pensando che un tipo del genere di cucina rappresenta non solo un modello di design, ma anche un modello economico: accetta pubblicità e quindi il costo di acquisto potrebbe diminuire.
Che cosa ne pensi?
Enrico Giubertoni
Devo dire di aver trovato ironici tutti i dettagli che ruotano attorno alla cucina, piu' che la cucina in se che è abbastanza minimalist, hai visto i "tag" wash e cook in sovraimpressione sul pavimento di fronte al lavello, piuttosto che le "attenzioni" dell'AI che orchestra il tutto: "attento alla caffettiera bollente", "attento che te la stai per fare addosso". Veramente spassoso.
Comunque tornando al tuo ragionamento, ogni oggetto potrebbe offrire spazi di advertising "embedded".
E chiaramente il prezzo di acquisto, come fai notare tu, potrebbe essere inferiore a quello di un oggetto privo di advertising.
Tutto questo mi ricorda di una certa offerta di "internet" gratis che girava qualche anno fa.
L'utente poteva navigare gratuitamente (o telefonare) purchè guardasse dei banner o si assoggettasse a brevi interruzioni pubblicitarie durante l'ascolto.
Il tutto funziona o può funzionare, purché poi qualcuno questi spazi riesca a venderli ad aziende che hanno necessariamente un budget sufficientemente gonfio per acquistarli.
E questo richiede un'economia molto, molto piu' vitale dell'attuale, purtroppo.
Magari chissà, passata 'sta maledetta crisi, possiamo sperare in un boom nel prossimo ciclo macroeconomico e vedere se sarà possibile piazzare alcuni annunci nel forno a microonde.
Certo ci vorrebbe un codice di autoregolamentazione, per esempio piazzare dei banner in AR, mentre leggo un giornale guardo la TV, mi sembrerebbe unfair.. :-)
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