31 ago 2008

Cigni neri

Ed oggi: una recensione.
Il cigno nero. Taleb Nassim N. (Ed Il saggiatore ISBN: 8842814784)
Taleb Nassim, broker finanziario e filosofo, mostra come il caso giochi un ruolo fondamentale negli eventi umani.
L'autore ci spiega come l'idea che abbiamo di prevedibilità e di causalità sia più un artefatto cognitivo che un dato di fatto.
Questo perché nella mente umana esistono meccanismi innati per catturare la causalità e questi, a posteriori, creano l'illusione che i fatti avvenuti seguano uno schema regolare e prevedibile.
Si tratta, ci spiega Nassin, di un'illusione: nessuno è stato in grado di prevedere o anticipare eventi come la Seconda Guerra mondiale o il crollo delle borse della fine degli anni 80 oppure l'11 Settembre. Nessuno.

Neanche gli specialisti. Perché?
E' questa premessa che parte il lavoro di Taleb Nassim.

Innanzitutto le tecniche utilizzate per prevedere il futuro, sono delle truffe. E' impietosa la disamina della teoria finanziaria del rischio. Nassim parla di premi Nobel truffa, come quello di Sharpe, di cattiva matematica unita a paraocchi mentali e forse anche a malafede.
Difficile dargli torto dopo i tracolli di questi ultimi anni. Il tutto narrato e costruito con uno stile sferzante e ironico.

Nassim ci mostra come le persone prese più alla sprovvista siano proprio i professionisti specializzati nell'arte di prevedere il futuro, analisti, futurologhi, opinionisti e ci spiega il perché.
Ci mostra come le teorie utilizzate per prevedere gli eventi futuri siano deboli e sbagliate, e che eventi, ritenuti impossibili siano semplicemente poco probabili: Ecco la ragione dei "cigni neri".
I cigni neri sono gli eventi inaspettati, quelli che il senso comune ritiene molto improbabili, il giorno prima che si verifichino.

La parte più interessante del libro, è quella in cui l'autore ci mostra come il caso possa essere e debba essere sfruttato in modo vantaggioso. E' in questa parte in cui compare dopo anni di silenzio B. Mandelbrot , il padre dei frattali, ma non vi dico perché per non rovinarvi la sorpresa.

Se abbiamo l'attitudine di ritenere il caso solo un generatore di rischio, un elemento di disturbo per le nostre teorie, allora cercheremo di chiuderlo in un angolo minimizzando l'esposizione a questo.
Ma facendo così potremo avere solo dei guadagni prevedibili, rimanendo comunque esposti agli eventi assolutamente imprevedibili, per cui nessuna assicurazione offre protezione.

Se invece le nostre idee prevedono che il caso possa manifestarsi anche in alcuni improbabili eventi positivi, allora la nostra strategia sarà a massimizzare il possibile contatto con questi eventi.
Questa strategia può essere utilizzata da un editore che scommetta su molti giovani scrittori outsider, o su uno speculatore finanziario che realizzi un portafoglio che coniuga i titoli di stato e i derivati, tralasciando le azioni e i bond.

Invece di proteggerci debolmente contro il caso, perchè dal caso non è possibile proteggerci, è consigliabile cercare di sfruttarlo ed andare alla ricerca dell'evento improbabile positivo. Quello che ha la possibilità di portarci dei benefici molto elevati.

Questa idea, che è l'idea centrale del libro, non è priva di fascino. E questa è la sostanza dei cigni neri.

Il libro è godibile e piacevole, ricco di esempi che spaziano dal campo finanziario a quello cognitivo fino alle esperienze personali dell'autore.

In due parole: il caso e i cigni neri sono il motore della storia e degli eventi umani, perchè sono gli unici eventi in grado di spezzare l'uniformità e indurre il cambiamento.
Possiamo ignorare questo fatto e subirne le conseguenze o diventarne consapevoli sfruttando il fenomeno a nostro vantaggio.

2 commenti:

J.Ord.An ha detto...

sinceramente mi ha un po' deluso.
Letto perchè da leggere in questo periodo (come Gomorra un annetto fa), ma in certi punti l'ho trovato un po' troppo incasinato per il mio cervelletto da sotto l'ombrellone

La tesi è sicuramente interessante, ma avrei gradito una maggiore sintesi: fosse stato un 150 pagine più corto, avrei preferito

Taz70 ha detto...

Rispetto alla necessità di sintesi il nostro autore, come ama ripeterci, è un levantino. Gira, spazia, e la prende alla lontana. Ci sono effettivamente momenti irritanti, durante la lettura.
Ma.. Ci sono anche spunti impagabili. Le considerazioni sul Libano, per esempio, sono estremamente interessanti, prova a calarle sulla situazione italiana, la mia preferita è: "Qua in Libano conviviamo pacificamente da 400 anni, una guerra è IMPOSSIBILE.."
Triste come la regolarità si spezzi senza preavviso.
Cigni Neri (positivi) a tutti...