25 apr 2007

La (prossima) lunga estate calda.



Ci risiamo.
Come tutti gli inizi estati dell'ultimo lustro, giornali e telegiornali hanno iniziato a fare fosche previsioni riguardanti il caldo e la prevista siccità. Si paventano temperature sahariane e blackout nazionali innescati dall'uso smodato dei condizionatori.
Una catastrofe insomma. A credere alle sibille, passeremo l'estate senz'acqua, e per via dei distacchi enel delle utenze domestiche, senza energia elettrica. Al buio e al caldo, con i condizionatori inutili. Una visione da fine della civiltà, così come la conosciamo.
In generale, la scarsità di acqua è un bel problema per un paese che con l'acqua genera l'energia elettrica e disseta un'agricoltura assetata.

Con l'idea che che il nostro paese gia' rappresenti una potenza post industriale del 21o secolo, così affamata di acqua come di idrocarburi.
Sono in moltri a dire che come nel ventesimo secolo si è combattutobper il controllo del petrolio, in questo si combatterà per l'acqua. Risorsa ancora più preziosa e non sostituibile.

Sarebbe bello riuscire ad usarne meno, a conservarla per usi dove è veramente insostituibile.
Usarne meno però e' un bel problema. L'acqua serve per vivere, per cucinare, per lavarsi, per i processi industriali, per separare la spazzatura, per generare energia.

Nel nostro paese il 20% dell'energia dell'energia prodotta e' di origine idroelettrica. Relativamente alle fonti rinnovabili questa percentuale sale ad un po' meno dell'80% (vedi wiki)
La cosa interessante, dove esiste una opportunità, è che le crisi di potenza idroelettriche raggiungono il loro picco nel periodo estivo. Proprio in funzione della presenza del forte soleggiamento. Non è naturalmente un caso.
Ora, in un mondo perfetto, proprio il sole estivo potrebbe essere la fonte di energia alternativa per tappare e "spianare" i picchi di richiesta delle utenze.

Qua però il discorso si fa complesso, con il rischio di degenerare nella chiaccherata da bar sulle fonti rinnovabili, con corredo di facili speranze e di disillusioni.

A questo punto, in modo un po' schizoide, sposto il tema del post dall'acqua all'energia. Anche perchè alla base il problema delle risorse non rinnovabili e' sempre quello.

In sintesi, ci vorrebbe una politica energetica robusta, alternativa a questa che invece delle fonti alternative fa più che altro un obiettivo di ricerca, piuttosto che realizzare delle infrastrutture. Mi piacerebbe capire per esempio, com'e' che l'impianto più promettente dal punto di vista della generazione di energia solare, quello più economicamente efficente, quello di Priolo Gargallo, sia in sperimentazione dall'inizio del decennio.
E in sperimentazione rimanga sine die.
Rubbia che aveva sponsorizzato e ideato, alla fine e' scappato in Spagna, dove impianti simili sono già in realizzazione.
Anche negli Stati Uniti si fanno cose interessanti.
Noi continuiamo a sperimentare...

Alla fine che accadrà questa estate?
La mia boccia di cristallo mi dice che non accadra' un bel niente. O meglio, non credo si concretizzeranno gli scenari catastrofici che dipingono gli Italiani al buio e al caldo, impossibilitati ad accendere la luce o a far funzionare i condizionatori.
Alla fine, acquistaremo un po' di energia all'estero, gli agricoltori chiederanno lo stato di calamità e i produttori avranno il permesso di generare energia in più. Avranno la possibilità di far lavorare a pieno regime le vecchie centrali ad oli combustibili che altrimenti, per problemi di inquinamento ambientale dovrebbero girare a bassa potenza.

Il prezzo per chilovattora aumenterà, d'altra parte se una risorsa e' scarsa, è lecito farsela pagare di più.
E alla fine di tutto questo, una sola certezza...
Noi pagheremo.

Ok, si, a volte sono qualunquista... ;-)

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