9 gen 2009
Qualche riga su Gaza (nel nostro piccolo..)
La questione di Gaza è complessa e dolorosa e mal si presta a semplificazioni e all'applicazione di schemi preconfezionati. Leonardo, su questo fronte, ha scritto un bel pezzo nel tentativo di sfatare alcuni miti.
Chi dovrebbe capirne qualche cosa, fa invece affermazioni semplicistiche e frettolose. Per esempio, stasera 9 Gennaio 2008, il nostro MINISTRODEGLIESTERI, Ore 20:30 sul TG1, Frattini in versione rassicurante da vero STATISTA afferma che "Stiamo preparando un convoglio umanitario che nei prossimi giorni deciderà cosa mandare ai Palestinesi di Gaza".
Già, ho sorriso. Mi pare che emerga più la proccupazione di non inviare oggetti appuntiti e infiammabili impossibili da trasformarsi in armi da parte dei bellicosi Palestinesi che aiuti effettivi. Solo posate di plastica quindi. Della serie: Noi non aiutiamo i terroristi!
Ma la parte interessante viene dopo.
"Coinvolgere l'Autorità nazionale Palestinese nella ripresa del controllo del territorio ..... a Gaza occupata da Hamas non ci puo' stare solo la forza internazionale".
Ora questa affermazione puo' essere comprensibile alla luce della complicazione sovrumana di tutta la questione palestinese. Infatti con tutto questo trambusto Frattini si e' chiaramente dimenticato che Hamas ha vinto elezioni regolari e ha successivamente cacciato fuori l'ANP dalla striscia di Gaza dopo scontri durissimi che hanno avuto la connotazione di una mini guerra civile.
E' difficile quindi parlare di occupazione della striscia di Gaza, al limite quella ad essere occupata è la Cisgiordania, ma dall'ANP! Ma come ho scritto sopra, la questione mal si presta alle semplificazioni.
Quell'evento sono state la più grande vittoria strategica per Israele degli ultimi anni. Da quelle elezioni è nata una guerra civile che ha scavato un solco profondissimo nei palestinesi, creando i due staterelli attuali, privi di unità e di credibilità: la striscia di Gaza e la Cisgiordania.
In questo contesto, riportare i Palestinesi dell'ANP, precedentemente scacciati, in veste di ascari internazionali a Gaza, sembra veramente una pessima idea.
A meno che la sostanza del piano geniale non sia proprio questa: impegnare i Palestinesi in una logorante guerra civile, stile Iraq, fatta di autobombe ed esecuzioni sommarie, con derive sempre più estremiste e minoritarie. Con buona pace della pace.
Che cosa starà architettando il nostro immaginifico ministro?
Non lo so veramente, ma a differenza di questi non credo che esistano soluzioni semplici per una questione così complessa. In certi contesti credo sia meglio affermare con onestà di non possedere una bacchetta magica.
Per certo, il mondo non sta assistendo ad una grande operazione antiterroristica, come qualcuno, in modo semplicistico, vorrebbe far credere.
Siamo invece di fronte ad una partita abbastanza decisiva per Israele e per i Palestinesi. O meglio per Tsahal e Hamas.
L'esercito Isreaeliano cerca sul campo di riscattare il disastroso intervento nel sud del Libano del 2006, quando sicuro della propria forza si gettò impreparato in una trappola architettata da Hezbollah.
Adesso è chiaramente riuscito a convincere la dirigenza politica che può riuscire a trovare una soluzione.
L'obiettivo probabilmente e' di delegittimare del tutto Hamas, creando i presupposti per un intervento esterno volto a controllare il territorio di Gaza. L'ideale sarebbe ottenere un protettorato, cosi' da congelare le aspettative nazionalistiche e rappresentative dei palestinesi per un (bel) po'.
L'obiettivo di Hamas è esattamente opposto. Nei suoi sogni più proibiti c'è la speranza di ripetere l'exploit di Hezbollah, bloccando l'esercito Israeliano con una guerriglia feroce, continuando a lanciare razzi e continuando a controllare il territorio. Questo le permettebbe di sedersi ad un ipotetico "tavolo di pace" aprendo quindi la strada ad un riconoscimento "formale". E da qui chissà cosa ne potrebbe venir fuori, magari la possibilità di controllare o co-controllare un valico strategico come quelli di Rafah. Per certo Hamas non ha nessuna voglia di vedersi rimpiazzata o controllata da quelli dell'ANP.
Nella realtà Hamas non ha assolutamente un potere militare comparabile a quello foraggiato e ben organizzato di Hezbollah. Da parte sua Tsahal ha potuto preparare questa offensiva con calma nei mesi passati, ed è improbabile che si faccia nuovamente trovare impreparato.
Nel mezzo, tra questi due, ci sono gli abitanti di Gaza, che non hanno modo di mettersi in salvo e di fuggire. Nessuno, nonostante tutto, è disponibile ad ospitarli, neanche i "Fratelli Musulmani" vicini. E adesso che su Gaza piovono bombe, lanciano razzi, volano pallottole e girano carri armati, è strage continua.
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