A differenza di quella nostrana, la stampa anglosasssone mostra un deciso aplomb. Sarà una direttiva governativa per non generare panico, sarà un tentativo di distinguersi dalla stampa scandalistica, ma le testate "nobili" americane sono decisamente compassate.
Lo sono ancora di più se le si valuta relativamente agli umori da fine del mondo titillati dai nostri cronisti. Non so perchè ma in Italia, complice lo stile nazionale, non si riesce ad affrontare le situazioni con un minimo di calma e razionalità. In compenso abbiamo una scorta di Tamiflu da far paura. Spero solo non vada a male. Fatemi un attimo ricordare chi produce il Tamiflu sarà mica la Roche, che non sta per niente andando male?
Il NYTimes ci fa sapere che ogni anno negli states per la comune influenza vengono ospedalizzate 200.000 persone e di questi 36.000 muoiono. Generalmente si tratta di persone debilitate o anziane, ma a volte anche qualche baldo giovane debilitato puo' lasciarci le penne.
Sulla questione del nome dei questa influenza è sorto un mini incidente internazionale. Ci sono infatti paesi che preferiscono non chiamarla "Influenza suina" (gli israeliani e gli islamici per esempio) che hanno scelto di chiamarla Influenza Messicana. Naturalmente i messicani non sono d'accordo, dato che negano oltretutto di essere loro il punto zero di questa epidemia. La World Organization for Animal Health ha proposto il salomonico nome di Influenza Nord Americana in modo da non scontentare nessuno.
La questione, seppur secondaria è tutt'ora aperta. Continuando cosi', se non ci pensa il virus, ci ammazzeremo sicuramente di risate sulla faccenda.
Addirittura c'è chi cerca di prendere la cosa con solida ironia lanciando un bel sondaggio tra i lettori su come si stiano preparando per l'influenza.
Chi è interessato ad informazioni statistiche di prima mano posso consigliare pandemicflu.gov, c'è poco da dire, ma il governo federale, per capacità di stare in rete, non è secondo a nessuno..
Repubblica nelle utlime ora sta comunque smorzando i toni, ricordando che per ora i decessi ufficialmente attibuiti alla "suina" sono 7 su 152. Gli altri 145 decessi?
Mah, sarà colpa delle influenze.
Riprendo dal buon Elaborando la mappa di Google con visualizzati i casi accertati e non. Ed effettivamente c'è una discreta dispersione.
Se fossi Maurizio Costanzo a questo punto potrei augurare una buona pandemia a tutti, ma preferisco stare zitto.
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3 commenti:
A volte si ha come l'impressione che le emergenze se le inventino e le programmino a tavolino... pensare che a ben vedere i problemi ( e non mi dilungo a farne una lista) non ci mancherebbo affatto... ma forse non son così interessanti?
Si anche questo è un modo, se vuoi un po' complottista, di vedere le cose. C'e' a mio avviso una certa regia che preferisce tenere l'attenzione su alcuni problemi piuttosto che altri. Penso alle esternazioni della first Lady e alle mille questioni secondarie che vengono tirate fuori.
Pero' pero', trovo che ci sia un forte desiderio di "catastrofi" da parte di chi le notizie le "consuma", da parte del grande pubblico insomma.
Ogni incidente e' una tragedia, ogni disastro è una catastrofe, c'e' un desiderio gargantuesco che sa un po' di "cupio dissolvi".
Che poi nel mondo reale le persone muoiono più frequentemente nell'attraversare la strada che uccise dai virus provenienti da Vega.
Per spiegare tutto questo, con un po' di sociologia da... Blog, mi vengono in mente gli ultimi versi della poesia di Costantino Kavafis, l'arcinota "Aspettando i Barbari":
"....
E' che è scesa la notte e i Barbari non arrivano.
E della gente è venuta dalle frontiere dicendo
che non ci sono affatto Barbari...
E ora, che sarà di noi senza Barbari?
Loro erano comunque una soluzione.
"
Se non arriva qualche immane catastrofe ad impegnarci, alla fine ci toccherà pure interessarci della composizioni della liste provinciali. Non sia mai!
Buon We.
Parole argute che mettono il dito nella piaga!
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