Nell'immaginario collettivo l'Europarlamento viene descritto come un luogo abitato da burocrati e soffocato dalle lobby. Un posto lontano dalla vita delle persone normali, dove burocrati perfezionisti discutono del diametro delle banane o della gradazione alcolica degli whiskey.
In particolare si sente da piu' parti il lamento su come in sede Europea non si faccia politica, ma solo burocrazia.
I mezzi d'informazione poi vanno a nozze con queste dicerie evidenziando le pecche e le storture del momento, l''abbandono dell'Italiano come lingua ufficiale oppure la rigidità della BCE ad affrontare la crisi economica.
La realtà tende però ad essere differente dal senso comune e i media, purtroppo, tendono a flirtare con il punto di vista dei lettori, a filtrare quello che non si sposa con la loro visione del mondo condivisa.
Per esempio nei giorni passati in pochi hanno fatto notare che l'EU aveva approvato degli standard anti inquinamento e di consumi piu' restrittivi rispetto a quelli auspicati dai costruttori di automobili.
Successivamente la commissione EU, aveva ribadito gli obiettivi relativi al taglio delle emissioni CO2 e della sostenibilita' energetica dello sviluppo. Tutto nell'ambito programma 20/20/20. Che richiede di tagliare del 20% le emissioni di CO2, utilizzare un 20% di energia in meno con tecnologie più efficienti, di aumentare del 20% la quota generata con energie rinnovabili.
Il tutto da raggiungere entro il 2020.
A mio avviso, definire, ribadire obiettivi sfidanti e riuscire a tenere il timone fermo in momenti difficili e' fare politica.
E' un modo di fare politica , lontano dal vuoto esercizio di potere, concreto, pratico e in grado di influire sulla vita delle persone. E' una politica attenta ai risultati concreti e poco disponibile a mercanteggiare con le lobby dei produttori.
Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere.
Fa un po' specie che in questo contesto favorevole, ci siano comunque alcuni staterelli che combattono battaglie di retroguardia.
Chi scrive pensa che l'irrilevanza di tali staterelli sia legata al fatto che si ostinino a condurre battaglie di questo tipo. Battaglie motivate da un gretto interesse nazionale, prive di qualunque visione e respiro. Incapaci di suscitare negli altri paesi un qualunque tipo di interesse o di solidarietà, perchè privi di idee e di visioni. Ancorati e guidati da una politica di do ut des, vecchia e stantia.
Un esempio di questi starelli e' dato dall'Italia. Invece di percepire il programma 20 20 20 come una possibilita' per dare impulso alla propria industria e in generale per l'economia, il belpaese si e' messo a strepitare che un programma simile lo avrebbe condotto al lastrico.
Noi, la nazione che sovvenziona l'incenerimento dei rifiuti come se fosse una risorsa rinnovabile, dove i dubbi se buttare giu' le pale eoliche appena installate sono assolutamente legittimi, dove nonotante gli impegni presi 30 anni fa, non si è fatto niente per generare energia in modo svincolato dal petrolio.
Un paese che fa la voce grossa in commissione, solo per rappresentare le istanze della nostra industria piu' inquinante e tecnologicamente "povera".
Un paese che contemporaneamente, in modo assolutamente schizofrenico, decide di varare incentivi economici per le rottamazioni delle vecchie auto e dei vecchi elettrodomestici
Un paese che fa fronte comune con la Polonia, la nazione che da sola a fatto più danni alla compagine Europea dopo la guerra civile nella ex-Yugoslavia.
Vedere stasera la Prestigiacomo, ministro dell'ambiente Italiano chiedere in commissione che cosa avrebbero fatto l'India (l'India!), la Cina (la Cina!) , gli USA (!) su questo fronte, come se questi fossero i paesi guida di cui è necessario cercare il consenso.
Tutto questo mi sta facendo veramente vergognare dei nostri rappresentanti.
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4 commenti:
Si bella figura la Ministra!!! Ha detto: vado e chiedo una clausola di revisione:è necessario rivedere il pacchetto nel 2009 alla luce di una nuova anlisi costi-benefici. Invece, è stata clamorosamente smentita: nessuna richiesta del genere è stata avanzata. Allora ha precisato che una richiesta formale non l'aveva fatta ma comunque era sottointesa...Non ci sono parole!
Il problema ambientale è serio ed è necessario che sia affrontato a livello sovranazionale, con rigore, serietà e proposte innovative. Il singolo cittadino non può fare molto riguardo a ciò se non sollecitare il proprio governo in tal senso. E' come per la raccolta differenziata: non credo basti più lasciare alla facoltà di ogni comune e di ogni individuo scegliere se e come farla. Ci vogliono regole chiar; gli Enti locali devono essere obbligati per legge a dotare il territorio di campane per la raccolta, (in molte zone sono ancora completamente assenti), le industrie a segnalare sui propri prodotti e soprattutto sugli imballaggi di che tipo di rifiuti si tratta (non si sa spesso in che campana metterli...il polistirolo dove va? e il tetrapack?...)e così via...ma siamo proprio in alto mare, la Prestigiacomo e il governo italiano tentano, come sempre, di sottrarsi lamentando dei costi. E i costi ambientali, d'igiene e di salute pubblica?
Non gliene può fregar di meno!!!!
Quello che scrivi è corretto.
Parlando de minimis, un giorno o l'altro vorrei capire che cosa fanno con il differenziato nel mio comune.
Mi ha sempre fatto orrore notare come comune che vai, spazzatura che trovi. Ogni amministrazione ha le sue politiche differenti su cosa debba essere smaltito, insieme a cosa e dove. Ma gli impianti alla fine non sono gli stessi? A milano ce ne saranno un paio, tutto li deve comunque finire.
Mi chiedo come sia possibile fare economie di scala su una gestione così a macchia di leopardo.
Probabilmente la risposta è che al momento attuale non si fa alcuna economia di scala, ma solo collezione di buone intenzioni. Le realtà locali finché non disturbano possono muoversi in ordine sparso. Poi se finisce male ci si manda l’esercito. Ma questa è un’altra storia….
Comunque su questo devo documentarmi.
Sulla magra del nostro governo nei confronti dell'Europa ho invece un sospetto ancora più sconfortante.
Non e' che qualcuno qua in Italia sta cercando di addossare alle politiche Europee il momento difficile prossimo venturo?E per questo inizia a pestare i piedi in modo tale che più tardi sarà più facile trovare una giustificazione per smarcarsi?
Quando dieci hanno fa si mettevano in piedi le politiche ambientali Europee nessuno aveva niente da obiettare. Adesso, che dovremmo iniziare a fare sul serio, questi che fanno? Vanno a Bruxelles a dire che credevano che fosse tutto uno scherzo.
Tristezza. Ma più che altro perché proprio NOI (come paese, tra tutti) dobbiamo ci troviamo a recitare questa parte?
Forse perchè abbiamo governanti impreparati, poco seri e buffoni?
Tuttichiacchereedistintivo (o meglio ministero)!?!?!
Ps: quando ti sei informato fai sapere anche a me, sono curiosa anch'io (a volte mi viene pure da pensare che i quattro diversi sacchetti che preparo per le quattro diverse campane vengano mischiati poi tutti insieme...che malfidata!!!)
Ma cosa pensi mai...
Cerchiamo di essere Ortodossi:
"Ma certo che non la rimettono tutta assieme. La separano e la tengono separata fino allo smaltimento in un posto imprecisato."
Guai se si dovesse insinuare il dubbio, te lo immagini, anni e anni di educazione della cittadinanza buttati via.
Comunque provo ad informarmi.
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