Questo governo continua a regalarci spunti che ci permettono di sviscerarne a fondo la cialtronaggine.
Non è stato sufficiente, per esempio, cancellare l'ICI senza alcuna copertura economica.
I comuni avevano subito protestato contro la manovra, segnalando il rischio di notevoli problemi nel far quadrare i bilanci.
Nonostante questa obiezione, il governo è andato avanti, cancellando forse l'unica tassa federalista.
A quel punto si è posto il problema di dove reperire i soldi mancanti per la cancellazione dell'ICI.
Qua si sarebbero potute trovare delle soluzioni interessanti o per lo meno creative. Ne butto giù qualcuna tanto per far lavorare il lato destro del cervello.
1) Cancellazione delle provincie e trasferimento dei budget ai Comuni. Meglio che niente, sarebbe stato il solito trasferimento centralista, ma almeno sarebbero stati cancellati quei parcheggi di peones che sono le province. Le province si stima costino circa 17 Mld di euro, il gettito ICI legato alla prima casa, nel 2004 era stimato sui 3 Mld di euro. Il margine c'era e era abbondante.
2) Linea dura con i comuni: della serie qua tutte le P.A. fanno sacrifici, quindi arrangiatevi. Misura impopolare e probabilmente ingiusta nei confronti dei cittadini stessi. Ma di sicuro avrebbe comunicato più degli strepiti di Brunetta sulla necessità di cambiar marcia nella gestione della spesa pubblica.Le amministrazioni locali si sarebbero almeno poste il problema della gestione sostenibile dei budget.
3) Razionalizzazione dei costi statali, in modo da poter trasferire direttamente alcuni punti percentuali dell'IRPEF ai comuni. Questa sarebbe stata la soluzione più interessante. Una vera raccolta fiscale federalista, semplice e diretta .
E invece con che cosa si pensa di colmare il buco di bilancio? Con un altro bel balzello sui servizi.
Buffo da parte di un governo che ha sempre accusato il precedente di "infilare le mani nelle tasche degli elettori".
A fronte di un buco di bilancio, creato da un certo "avventurismo", chiamiamolo così, l'unica risposta di questi "razionalizzatori", "paladini della libera impresa" è di inventarsi un'altra tassa per pareggiare il buco.
Tutta questa storia è sintomatica di come il governo viaggi in ordine sparso anche su provvedimenti di una certa importanza e visibilità.
Nonostante l'apparente forza parlamentare, non ha la decisione per fare quello che si era proposto di fare: vedi per esempio il capitolo relativo all'abolizione delle province, impossibile con l'opposizione bipartisan della Lega e di Lombardo.
Unica nota divertente, nei primi giorni di discussione quando si voleva reintrodurre l'ICI come patrimoniale comunale, Calderoli ha minacciato di darsi fuoco con la benzina di fronte al parlamento, a mo di monaco buddista durante l'occupazione del Vietnam.
Confesso di aver tifato per l'ICI.
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